Una birra coperta da un disciplinare e una ricetta comune, ma interpretata da ciascun birrificio “urbano” secondo le proprie peculiarità produttive. Torino, oggi capitale italiana della birra artigianale, non poteva infatti non avere una birra che la identificasse portandone la fama nel mondo. E’ nata così la ricetta di una birra “fuori stile”, con una personalità spiccata e un nome che ci riporta ai tempi in cui Torino era un importante centro brassicolo: nel 1865 erano infatti ben 114 le birrerie torinesi. Più che a Monaco di Baviera.
Perché Chellerina? Per un frammento di memoria storica tutta torinese che ci piace ricordare.
A Torino le chellerine, lanciate dal birrificio Boringhieri – la famiglia che nel secolo successivo si trasforma in un’importante casa editrice- erano 670 biondissime camerierine troppo giovani e avvenenti per non essere oggetto di invidia da parte di mogli gelose. Tanto che la Camera Subalpina decreta alla fine del secolo la chiusura di 109 dei 114 esercizi con personale femminile.
Caratteristiche tecniche
3 luppoli, 4 tipologie di puro malto d’orzo
Stile di ispirazione: off style
Grado Plato: 15°P
Grado alcolico: 6 % ABV
IBU ( international bitter units ) unità di amaro: 30
Colore SRM Morey method: 8,5